Martedì 5 dicembre, nella Pontificia Università Urbaniana è stato organizzato un pomeriggio di studio sulla figura della suora canossiana Giuseppina Bakhita.
Nella serata sulla santa sudanese, il Segretario del Dicastero per l'Evangelizzazione, S.E. Mons. Fortunatus Nwachukwu, ha sottolineato "la grandezza della sua carità per
non rimanere sconfitta dal dolore delle torture”.
Nella sua relazione, il vescovo Fortunatus ha aggiunto: "Tutti coloro che sono privati della libertà possono vedersi in lei. Perché lei rappresenta il mondo che soffre. Non ha lasciato che il sole tramontasse sulla sua rabbia, una testimonianza di vita offerta dalla nostra santa per ognuno di noi, laici o religiosi".
Successivamente, la sorella Abby Avelino, Talita Kum, coordinatrice internazionale della rete Talita Kum, ha spiegato il lavoro che l'istituzione svolge per aiutare centinaia di donne a uscire dalla rete della tratta e la motivazione che la vita di Bakhita offre al loro lavoro.
Il giornalista Miela Fagiolo D'Attilia, Il coordinatore editoriale di Popoli e Missione ha raccontato la biografia di Bakhita al suo arrivo in Italia e la sua scoperta della fede.
Al termine dell'evento, il Prof. Suor Agnes Sory, Professore di Diritto Canonico alla Pontificia Università Urbaniana, ha parlato del modello di santa per i cristiani di oggi, in particolare per le persone consacrate, la vita di semplicità e coraggio offerta da Giuseppina Bakhita.
L'evento è stato organizzato in preparazione della Conferenza internazionale interuniversitaria "Donne nella Chiesa: artefici dell'umano", che si terrà il 7-8 marzo 2024, presso la Pontificia Università della Santa Croce. Per maggiori informazioni: www.womenchurch2024.com
Testo: Silvia Mas
Foto: Alina-Maria Balaj